lunedì 4 gennaio 2016

Recensione di "Macbeth"

"Macbeth" di Justin Kurzel

Michael Fassbender è il protagonista della celebre e magnifica tragedia Shakespiriana tra pochi giorni nelle nostre sale, ma questo progetto è nato prima nelle menti dei produttori della Film 4 subito dopo l’uscita in sala di Shame, sempre prodotto da loro. Infatti, proposero subito il ruolo all’attore tedesco - irlandese, ma quest’ultimo non si riteneva pronto in quel momento per imbarcarsi in un’impresa del genere così prese tempo per cercare il regista giusto che avesse la corretta visione del personaggio e della tragedia. Le cose cambiarono quando Michael Fassbender vide Snowtown primo lungometraggio del regista australiano e dopo averlo conosciuto gli propose il progetto di Macbeth. L’approccio fondamentale a questo film è la psicologia di Macbeth, signore di Glamis, e di sua moglie Lady Macbeth, in quanto entrambi i personaggi sono estremamente provati dalla durezza della loro vita, il primo come soldato, la seconda a causa sia dalla lontananza perpetua del marito sia dalla mancanza di figli, infatti il film si apre con il funerale di un loro bambino. L’incipit ci fa inoltrare pesantemente nella fragilità interiore in cui entrambi i protagonisti si trovano. Il punto di vista di Justin Kurzel è appunto che Macbeth soffra di un disturbo post traumatico, come ne soffre ogni soldato che combatte una guerra per mesi, ma questo tipo di approccio non è distante dal testo di Shakespeare, in quanto nella tragedia sono descritti degli stati emotivi inquietanti del signore di Glamis che soffre di allucinazioni e di stati emotivi non propriamente equilibrati, che guidati dalla sua profonda ambizione lo portano ad operare quelle scelte che ne decreteranno l’autodistruzione in un vertice inarrestabile. La bravura del regista australiano, che ricordiamo al suo secondo lungometraggio, è stata di lasciare il testo praticamente intatto togliendo soltanto un paio di scene che non alterano in alcun modo il testo nel suo corpus principale; inoltre, questo rende omaggio alla bellissima terra di Scozia che è un vero e proprio protagonista del film, aiutando la messa in scena e gli attori a dare profondità e contrappunto visivo alle emozioni dei propri personaggi grazie a quel territorio aspro, duro, ma bellissimo proprio grazie ai colori resi benissimo dalla fotografia che muterà nel corso della visione proprio per esprimere i quanto accade nell’interiorità dei personaggi. Michael Fassbender è semplicemente perfetto nell’esemplificare la forza, l’energia prima del combattente e poi la forza dell’ambizione e dell’auto convincimento di questo personaggio e della sua corsa ineluttabile verso la follia e la distruzione, ma è accompagnato da un’altrettanto convincente e bravissima Marion Cotillard che regala sfumature particolari al suo personaggio donando un’umanità e spessore al personaggio di Lady Macbeth. Da lodare anche per performance di Paddy Considine nel ruolo del fedele Banquo e di Sean Harris in quelli di Macduff, Jack Reynor è Malcolm e Re Duncan David Thewlis. Voto 8
Gina Carlini

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